Non c'è niente di più triste delle spiagge con la sabbia bagnata, i lettini ripiegati e gli ombrelloni chiusi. E' la tipica scena che ti fa venire voglia di tornare in città e di vederla piena e movimentata, di riprendere la scuola (no vabbè, non esageriamo), di ripristinare il guardaroba invernale.
Malinconia vattene via.
D'altronde ferragosto è il capodanno estivo, il giro di boa verso la fine delle vacanze. Eppure abbiamo appena sorpassato la metà di quello che dovrebbe essere il mese delle ferie per eccellenza, ma di estate, eccetto quelli che si sono spostati al Sud, ne abbiamo vista ben poca. E' così che il maltempo aiuta la crisi a tirare il freno a mano dell'economia italiana. A risentirne sono innanzitutto gli esercizi turistici del Centro-Nord, non solo gli stabilimenti balneari delle riviere adriatica e tirrena, ma anche centri acquatici e di divertimento, che hanno segnato un calo di presenze di più del 50% rispetto allo scorso anno. E va bene che restano le città d'arte, però pure vedersi il Colosseo o l'Arena sotto la pioggia non è esaltante. E poi ci sono tutti gli strascichi: chi (tranne la sottoscritta) ha voglia di mangiarsi un gelato con 19°? Chi avrà acquistato costumi e creme solari quest'anno? Per non parlare dei danni all'agricoltura e di quelli provocati alle zone devastate dalle alluvioni.
Inutile dire che molti Italiani chiuderanno il saldo del 2014 in negativo.
Ma guardiamo anche a quel che resta nel bicchiere. E non parlo solo dei venditori di ombrelli, quelli da pioggia, che di sicuro avranno fatto l'en plein. Vediamola così: le splendide terre del meridione e delle isole quest'anno non sono state particolarmente erose dai capricci del tempo. I cinema, messi alla prova dalla conversione al digitale, hanno strappato qualche biglietto in più. E forse, chi ha risparmiato sul soggiorno al mare o in montagna si è concesso o si concederà una cena fuori. Qualche animale abbandonato in meno. Qualche studente che avrà avuto il tempo di prepararsi meglio agli esami di settembre. Tanti funghi da mettere nel risotto quest'autunno. E i ciclamini che staranno tappezzando le pinete.
Così, anche se abbiamo dovuto rinunciare ai preziosissimi consigli di Studio Aperto su come affrontare il caldo, direi che siamo pronti lo stesso: per ripartire, più carichi di prima, e rimboccarci quelle maniche lunghe che per quest'anno non abbiamo mai abbandonato.
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