martedì 28 luglio 2015

Migranti, formaggi e coppie gay

E' questa l'Italia che (non) dialoga con l'Europa. Uno Stato, il nostro, sempre meno contento di essere comunitario. Che poi, l'Unione europea come comunità è mai esistita? No, dicono in molti. Ni, balbettano alcuni.

Dai primi tepori primaverili non si fa che parlare di emergenza immigrazione. E il passo falso prende slancio già dal sostantivo usato. Immigrazione: i timori italiani non sono causati dallo spostamento di massa (migrazione) di disperati a ondate. Questi timori sono particolaristici, poiché puntano il dito sui problemi interni che il Paese deve affrontare in seguito agli sbarchi dei profughi. Per certi versi un discorso legittimo, se usato come ricerca di supporto internazionale per salvare vite umane, per altri versi svantaggiante. Proprio così: nel cantilenante piagnucolio che i politici nostrani portano in sede Ue a essere sottolineato è un interesse individuale (dell'Italia, appunto), non certo comunitario. E quindi, per quanto legittimo esso sia, la sua risonanza ha una cassa più minuta. Ognuno pensa a se stesso o al bene comune, non al bene esclusivo dell'altro, anche nella santissima Unione europea.

E poi ci sono i formaggi. Circa un mese fa i media nazionali sembravano impazziti al suon di quella che udivano come vera e propria eresia: l'Europa ci impone il formaggio senza latte, l'Ue distrugge le nostre prestigiose tradizioni, la Merkel ce l'ha con le mucche emiliane e con le bufale campane. Tra furor e indignazione era intervenuta anche la Coldiretti, denunciando il provvedimento comunitario. Peccato che bastasse leggere un po' più attentamente il messaggio: la Commissione dell'Unione europea non ci ha mai imposto di produrre formaggi senza latte, ma ha semmai decretato l'incostituzionalità di una legge - la n. 138 del 1974 - che vietava l'utilizzo di latte in polvere nella realizzazione di prodotti caseari. Avrà il suo bel da dire la Coldiretti nel voler garantire la qualità e la sicurezza di formaggi apprezzati e conosciuti in tutto il mondo. Ma chi si oppone al provvedimento comunitario, crede davvero che esso sia mirato a svantaggiare il grana padano o il gorgonzola dop? In realtà il richiamo aveva una motivazione opposta: tutelare la concorrenza sul mercato e impedire che alcuni produttori italiani fossero svantaggiati da una regolamentazione differente rispetto al resto d'Europa. La nuova regola, per giunta, non acceca il consumatore, che ha ancora la facoltà di leggere le etichette nutrizionali e gli ingredienti di quanto acquista.

Infine, è della scorsa settimana la querelle sulle nozze gay. Strasburgo ha condannato il nostro Paese per violazione dei diritti umani: precisamente, per il mancato rispetto dell'art. 8 della Convenzione dei diritti dell'uomo, che tutela la vita familiare e privata. Il caso è stato sollevato da tre coppie omosessuali italiane che hanno fatto ricorso alla Corte di Strasburgo contro l'impossibilità di vedersi legalmente riconosciuta in patria l'unione. Se entro tre mesi lo Stato italiano o le controparti non faranno ricorso alla Grande Camera per un nuovo esame, la sentenza diverrà definitiva e a ciascuno dei sei cittadini dovranno essere rimborsati cinquemila euro di danni morali. 
Politici e partiti (dall'estrema sinistra al centro destra) si sono sbracciati per plaudire alla bontà di una simile sentenza. Giustizia è fatta, brava Europa. Già, ma perché alla legge sulla legalizzazione delle unioni gay, promessa da tempi immemori, nessuno ci ha più messo mano? (che siamo il Paese del Papa è una scusa che sa un po' di naftalina). D'altro canto, fa un po' ridere l'espressione inorgoglita con la quale è stato giustificato il verdetto di Strasburgo: "La Corte sottolinea che tra i Paesi membri del Consiglio d'Europa c'è la tendenza a riconoscere i matrimoni omosessuali, con 24 su 47 Stati che hanno adottato una legislazione in tal senso...". 24 su 47 non pare proprio un dato incoraggiante.

lunedì 20 luglio 2015

Il gallo preso di petto e altre storie


A Barletta questo manifesto pubblicitario è costato assai caro. Il cartellone del servizio specializzato nella vendita di pollo alla brace, su insindacabile opinione del Giurì della pubblicità, "viola la dignità della persona, perché offende la donna, accostata e assimilata alla merce pubblicizzata".

In effetti il seno prosperoso rivolto verso l'animale ruspante più che un richiamo culinario è un chiaro giochino sessuale, nemmeno per intenditori troppo fini. Di certo ha fatto bene il sindaco di Barletta Pasquale Cascella a rivolgersi all'istituto di autodisciplina pubblicitaria e a chiederne la rimozione. Il titolare dell'esercizio commerciale non ha fatto una piega, se non quella necessaria a stracciare e rimuovere tutti i cartelloni, promettendo di non diffonderli mai più.

Finalmente giustizia fatta, direte voi. Non per tutti, s'intende. Sorge spontanea infatti la domanda: come mai nessuno ha pensato a sottoporre all'attenzione del Giurì pubblicità ben più note?
Barilla/Mulino Bianco, in primis, con la loro idea di famiglia perfetta, di mogli massaie sexy e di galline da allevamento intensivo che scorrazzano beate tra le gambe di Antonio Banderas. O le mille varianti di profumi e dopobarba: "l'uomo che non deve chiedere mai" (ah no?) e la donna trasformata in bambolona (versione nuda o imbellettata stile Fifty) che nulla hanno a che vedere con il senso del prodotto e che lasciano solo l'amarezza di un volto imbambolato a pronunciare J'adore. Perché? Misteri non troppo oscuri.


La legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale, diceva Orwell nella Fattoria degli animali. O, più prosaicamente, c'è chi ha le spalle troppo coperte per essere anche solo attaccato e chi quelle spalle le massaggia quotidianamente con oli miracolosi (e costosissimi).

domenica 5 luglio 2015

Mangiare (ne)i luoghi comuni

Luoghi comuni o leggende metropolitane: l'alimentazione è il campo che più si presta alla creazione di falsi miti che per molti diventano saggezza o, peggio, verità. Un po' di buon senso e qualche ricerca approfondita possono però sfatare gli errori più diffusi.

Una caprese o una fiorentina?
Forse è il bianco della mozzarella a emanare quel senso di leggerezza e impalpabilità. Forse il fatto che sia fresca ci rende piacevole mangiarla durante la calura estiva senza scrupoli di coscienza, perché tanto è light. Ma quanto lo è davvero?
Una mozzarella comune (125gr) ha circa 300 kcal. Aggiungetele a quelle dell'olio per condire la stessa e i pomodori. Circa 400 kcal se non siete generosi. E pensare che una bistecca fiorentina, da tutti considerata una delle pietanze più ricche e sostanziose  - da 400gr (quindi una porzione a dir poco abbondante) ha 450 kcal, solo 50 in più rispetto al "piatto leggero per eccellenza". C'è da dire che la mozzarella ha molte meno proteine: 20 gr per porzione, contro i 40-50gr della bistecca; ma anche meno grassi: 17 gr contro i 35 della fiorentina.










La bufala della mozzarella (di bufala)
Sempre restando in tema, ecco le sorellastre della leggiadra mozzarella: bufala e burrata. Formaggi che solo dai nomi sembrano sprizzare grassi e calorie. Provate a leggere le etichette con i valori nutrizionali:
mozzarella: 253 kcal per 100gr
mozzarella di bufala: 258 kcal per 100gr
burrata: dalle 200 alle 300 kcal per 100gr, a seconda della percentuale di panna presente nell'impasto della stracciatella che si trova al suo interno.
Va però detto che la vera mozzarella di bufala, come ricorda il nome stesso, è fatta con latte di bufala e prodotta in Campania. Le versioni fake con il latte vaccino si riconoscono perché hanno una consistenza più compatta e un sapore meno deciso. Lo stesso dicasi per la burrata, un formaggio relativamente giovane prodotto in Puglia: l'esterno è un guscio di mozzarella, l'interno un ripieno di stracciatella (impasto di panna e pezzetti di mozzarella).

Il razzismo al contrario
Sta ormai spopolando la scurofilia: basta che i cibi abbiano un colore più scuro rispetto alla versione tradizionale che sono considerati buoni, sani e ipocalorici. Prendete lo zucchero di canna, che in realtà ha le stesse esatte calorie di quello normale e varia semmai il fatto che, non essendo raffinato, i grani restano più grandi e ovviamente che è estratto dalla canna e non dalla barbabietola. Chimicamente, tra i due non c'è nessuna differenza e la molecola chimica che li compone è esattamente la stessa.
Vogliamo poi parlare della pasta integrale? In quanti si saranno sentiti meno in colpa davanti a mezzo chilo di amatriciana (integrale). Eppure la pasta integrale ha 340 kcal per 100gr, contro le 360 della pasta di grano duro. Per giunta la scelta della prima deve essere accostata da un'introduzione maggiore di liquidi, altrimenti le fibre presenti rischiano di causare un blocco nell'intestino, anziché agevolarne l'attività.

Pizza e lasagne nemici numero uno
Partiamo dalla pizza, peccato di gola per antonomasia. Per quale motivo? Forse, in definitiva, solotutti i nutrienti essenziali: carboidrati, proteine, grassi, fibre e vitamine. Il senso di pesantezza che può dare dipende dalla qualità della pasta, dalla lievitazione e dal sale presente nel panetto e nella farcitura. E' quest'ultimo che spesso provoca ritenzione idrica il giorno successivo.
perché è buona, visto che nessuno è mai morto di obesità mangiandola. Una pizza tonda da piatto fornisce tra le 600 e le 1.000 kcal, principalmente a seconda del condimento e della quantità di pasta utilizzata per il panetto. Non certo più di tanti altri pasti normali, con il vantaggio di contenere in un'unica buonissima pietanza
Anche le lasagne sono in cima alla classifica dei cibi demoniaci. Ma, prima di chiamare un esorcista la prossima volta che nonna o mamma ve le metteranno in tavola, guardate qua:
lasagne alla bolognese: 130 kcal per 100gr (una porzione sono più o meno 350gr, quindi circa 450 kcal)
pasta al pomodoro: una porzione da 80gr (ma la maggior parte della popolazione ne mangia di più) fornisce 450 kcal.
La differenza però è che nella lasagna ci sono già tutti i nutrienti fondamentali, mentre nella pasta al pomodoro no.

La carne è più grassa e calorica del pesce
E' probabile che la leggenda abbia origini religiose. D'altronde il venerdì era "giornata di magro", cioè non si mangiava carne. Ma questo non significa né che la carne fosse grassa (semmai ve n'era scarsità e quindi veniva considerata un alimento pregiato) né che tutto ciò che si mangiava il venerdì fosse magro. Prendete il pesce, per esempio, da tutti considerato leggerissimo rispetto alla carne. Dipende da quale pesce e da quale carne: 100 gr di anguilla forniscono dalle 200 alle 300 kcal, 100gr di tacchino o pollo arrivano a mala pena a 100 kcal.

Meglio i crackers al pane
Non è che se mangiate i crackers diventate secchi come loro, sappiatelo. Al contrario i crackers (e i grissini), oltre ad avere il doppio delle calorie rispetto al pane (per la più scarsa presenza di acqua) nella maggior parte dei casi non sono affatto un alimento salutare, visto che quasi tutte le marche li riempiono di conservanti, correttori e olio di palma.


La panna attentatrice
Che sia panna da cucina o panna montata, sempre malvista è. Invece la prima può essere un'alternativa leggera a olio e burro: circa 230 kcal per 100gr, contro le 700 del burro e le 900 dell'olio. La seconda ha circa 280 kcal per 100gr, ma considerate che, specialmente quelle spray che si trovano in commercio sono ricche di aria, perciò per arrivare a 100gr dovreste esaurire più di un tubo intero.

Frappè più leggero del gelato?
Se qualche volta avete fatto il sacrificio di entrare in gelateria e prendere il frappé al posto del cono o della coppetta sperando di salvaguardare la linea, vi siete violentati per niente. Il frappé non è assolutamente meno calorico del gelato, anche perché è gelato sciolto e shackerato o, nei casi peggiori, ricavato da preparati in busta.

Niente carboidrati la sera
Chissà perché si è diffusa la buffa convinzione che il corpo umano timbri il cartellino come gli impiegati. Ore 17: stop carboidrati. In realtà non c'è alcuna regola scientifica che ne decreti la pericolosità nei pasti serali, né per la linea né per la digestione. Al contrario, non assumere carboidrati - specialmente complessi - a cena aumenta il rischio di insonnia e di crisi ipoglicemiche nel corso della notte, con il risultato di svegliarsi al mattino e svuotare il frigorifero.



Un'abbondante colazione
La colazione è il pasto più importante della giornata. Quante volte ve lo siete sentiti dire? Peccato che tutti i pasti siano importanti e vadano distribuiti equamente. Se pensate che strafogarvi appena svegli vi induca a mangiare meno nel corso della giornata vi sbagliate di grosso. Dopo un tot di ore lo stomaco tornerà a reclamare cibo, magari alle due di pomeriggio anziché a mezzogiorno. Uno studio americano ha appurato che chi fa una colazione abbondante mediamente pesa di più. Scoperta dell'acqua calda: mangiando più in un pasto e uguale negli altri la cosa è inevitabile. Il consiglio di non saltare la colazione vale comunque, ma solo perché altrimenti si rischia di arrivare a metà mattina o a pranzo con la voragine nello stomaco e recuperare con gli interessi il pasto saltato. Questo però vale per tutti gli appuntamenti con il cibo, non solo per la colazione.

Frutta a fine pasto
Sono in tanti i detrattori della frutta a fine pasto: gonfia, fermenta, appesantisce. Certamente dopo un banchetto nuziale uno la frutta se la può decisamente risparmiare, ma mangiarla a fine pasto non è controindicato per nessuno e, anzi, aiuta a raggiungere un buon senso di sazietà. Il gonfiore, per intenderci, magari è per quello che vi siete divorati prima.



Alimenti vegani = alimenti ipocalorici
L'idea di un'alimentazione vegana come povera e ipocalorica è legata alla tradizione carnivora occidentale. In realtà molti alimenti vegani sono ricchissimi di nutrienti e anche di calorie. Pensiamo alla frutta secca, all'avocado e al cocco, ai legumi e ai cereali. Anche gli alimenti venduti nei supermercati o nei punti specifici (tofu, seitan, buger e polpette di soia) non sono certo meno calorici di carne, uova e pesce.
Per esempio:
1 hamburger di soia (160-200kcal) vs 1 bistecca di vitello o manzo (150kcal)
1 porzione da 125 gr di tofu (180 kcal) vs 2 uova (180 kcal).

Light = dimagrante
Sebbene il light abbia passato il testimone al bio nelle mode alimentari, c'è ancora chi pensa che comprare prodotti così definiti serva a dimagrire. Qualcosa dimagrirà, ma non la vostra pancia, semmai il vostro portafoglio. I cibi definiti light o a basso contenuto di zuccheri, grassi ecc, oltre a essere di qualità inferiore perché modificati con dolcificanti, eccipienti e addensanti per far loro raggiungere un aspetto e un sapore decente, traggono in inganno. Si tende a mangiarne di più perché "tanto sono light".

Una regola rimane universale: per la salute - l'etica è un'altra cosa - nulla, nemmeno la fantomatica Nutella o la Coca Cola, è nocivo. Basta non esagerare. Al contrario, è bene chiedersi talvolta se le rinunce a cui ci si sottopone in nome del benessere e della linea siano davvero utili ed efficaci. E allora, mentre spingete il carrello della spesa o quando vi sedete a tavola, meglio sentire (di testa e di pancia) che sentir dire.