Sarò breve. Ma devo assolutamente scrivere un pensiero che è uscito oggi, per caso, dalla bocca di un acuto signore in una conferenza stampa.
I libri sono associabili ai martelli, alle forbici, agli occhiali. Cambiano i materiali, cambiano le mode, ma loro restano. Chiunque metta le lenti a contatto ha sempre un paio di occhiali in tasca, no?
Ecco, anni di sociologia dei processi culturali, di storia ed evoluzione del giornalismo. Di e-book sì e e-book no. Bastava questo. Perché forse a me non era finita del tutto la Remediation di Bolter e Grusin. Loro che parlavano di radio passata a essere dalla regina del focolare ad autoradio. O della tv da buona maestra a meretrice dello zapping.
E il telefono fisso? Mi chiedo io. Farà la fine delle cabine? Non siamo a Londra. I cd avranno lo stesso destino delle musicassette e saranno accolti nel mausoleo dei vinili? Lo stesso per vhs, dvd e blue-ray.
Ma il libro, signori miei, ha più di cinque secoli di storia. Secoli, non anni o decenni. E resta utile anche solo per sentirne l'odore, per perdersi in una libreria, per immaginare partendo dalla copertina.
Le mie sono tutte ragioni poetiche, ma le lenti a contatto, pensate alle lenti a contatto. Buttereste mai via tranquilli un paio di occhiali perché tanto ci sono quegli affarini trasparenti?
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