SPOILER. Vi siete imbattuti in uno di quei post lamentosi e indignati, che fanno terminare la lettura di pessimo umore. Quindi, se volete mantenere l'ottimismo profuso dal venerdì, passate oltre, prego.
Dieci minuti di ritardo sul tabellone elettronico sono la norma. Cinque generano quasi sollievo. Se non ce ne sono ti chiedi se non stai ancora sognando (perché la sveglia prima delle 7 del mattino, d'inverno, non è esattamente una carezza e voltarsi dall'altra parte un gesto piuttosto comprensibile). Dai venti in su inizi a sbuffare sonoramente, ma poi smetti, perché già fa freddo e non è il caso di buttarsi aria in faccia.
Mentre aspetti il tuo treno fantastichi su future soluzioni di teletrasporto. E poi, alla fine, eccolo arrivare. Cerchi di salire, ma devi essere aggressivo, altrimenti farai tutto il viaggio in piedi, tipo carro-bestiame. E il lunedì mattina e il venerdì sera il massimo a cui puoi aspirare è di trovare un angolino in cui accovacciarti o appoggiarti, perché i posti a sedere sono rigorosamente occupati da chi ha il biglietto con prenotazione.
Circa 2-3 ore della giornata sono date in pegno al viaggio, che non si può definire della speranza, perché se ci fosse da sperare in quello potremmo stare freschi. No, all'ingresso della stazione dovrebbero campeggiare le stesse parole del terzo canto dell'Inferno dantesco, dove sulla porta dell'Ade c'è scritto: <<Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate>>.
Ma siamo solo alla - dovuta - premessa. Mamma, o meglio matrigna, Trenitalia anche quest'anno ha deciso di dare un contentino ai suoi abbonati. Un bonus che va dal 20 al 50% di rimborso sul rinnovo dell'abbonamento mensile, in base alle tratte effettuate e ai disagi che si sono riscontrati su di esse. Bene, viene da dire, giustizia è fatta per i pendolari. Ma…c'è sempre un ma. Lo sconto, s'intende, non vale per tutti. Eh no: chi è in possesso della carta "Io viaggio", gioiellino di oro matto che ti permette di accedere a tutti i mezzi di superficie della regione o della provincia (ovviamente non gratis, ma in cambio di una lauta quota mensile/trimestrale/annuale), non avrà il rimborso.
E perché mai? Chiedo, indispettita, al bigliettaio. Semplice: voi potete andare su tutti i mezzi di trasporto, non solo sui treni.
Aaaah. Adesso è tutto chiaro. Perché gli autobus, il metrò e compagnia bella non li paghiamo, giusto? E se il treno è in ritardo noi abbiamo il jet (pubblico) che funge da mezzo sostitutivo.
Purtroppo la realtà è un'altra. I ritardi, le cattive condizioni igieniche e il sovraffollamento delle carrozze lo scontano anche i titolari della carta "Io viaggio", con la differenza che questi pagano una quota più elevata di abbonamento e rimpinguano così i portafogli bucati di Trenitalia.
Dopo questa lieta notizia, sarà ancora più amaro guardare quel tabellone, con le cifre che si moltiplicano di minuto in minuto. O alzarsi dalla poltrona perché un tizio che prende il treno una tantum ha il posto prenotato. O pagare un caffè 1.50€ sul Freccia Bianca. O non abitare nella città dove si studia e lavora.
Perché c'è un dettaglio che in molti tendono a dimenticare: i tragitti dei pendolari non sono allegre scampagnate o gite di piacere. Ma: Trenitalia wishes you a pleasant journey. Trenitalia vi augura buon viaggio.
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