venerdì 28 novembre 2014

Ant: qualcosa di buono c'è anche in Italia

Si chiama Ant: Associazione nazionale tumori. Istituita nel 1978, oggi è anche una fondaizone. Una onlus che fornisce assistenza socio-sanitaria gratuita per i malati oncologici e per i loro familiari. Lo fa a domicilio. E a 360°. Il supporto è sia medico e farmaceutico in senso stretto, con visite a domicilio costanti e fornitura di attrezzi e medicinali necessari a garantire al paziente il trattamento sanitario di cui ha bisogno, sia psicologico e sociale, con volontari formati e professionisti che offrono sostegno ai malati e ai loro familiari.

Perché il cancro è una malattia che prima ancora della sofferenza fisica manda in frantumi vite, famiglie ed equilibri. La notizia di quella massa estranea nel corpo di una mamma, un papà o un figlio gela qualsiasi progetto. Spesse volte cede alla depressione chi è affetto dal male, ma sono tanti anche i casi in cui vittime diventano le persone vicine. Tutti abbiamo paura della morte. Tutti ce l'abbiamo davvero vicina. Ma in pochi - e tra questi chi si trova davanti al cancro - ne vedono i confini precisi.

Nasce in quest'ottica il progetto Eubiosia. Reso operativo nel 1985, oggi si compone di venti ospedali domiciliari oncologici (Ont-Ant) in nove regioni d'Italia. Equipe di professionisti (medici, infermieri, psicologi, farmacisti, nutrizionisti, fisioterapisti, funzionari) portano nelle case dei malati prestazioni sanitarie pari a quelle ospedaliere, ma con due vantaggi fondamentali. Il primo di carattere psico-sociale, in quanto le persone malate e le loro famiglie possono restare insieme a casa, inserite nella vita di tutti i giorni e non incubate entro mura bianche e letti che odorano di disinfettante. Il secondo è di tipo economico: un ricovero ospedaliero costa circa 400 euro al giorno, mentre l'assistenza a domicilio, pur garantendo pari se non maggiore assistenza, scende a 30 euro.


E sempre in termini di costi, c'è un altro aspetto che vale la pena sottolineare. Ant è finanziata solo per il 15% dalle Asl regionali, mentre il restante 85% viene da donazioni di privati, sia attraverso le diverse iniziative di solidarietà messe in atto dall'associazione sia mediante il 5 per mille. Sono tantissimi i modi in cui la fondazione paga i professionisti che decidono di lavorare a questo progetto. E altrettanti sono i volontari che decidono di prestare tempo ed energie per Ant. Tutte le proposte messe in campo e i programmi di formazione sono consultabili sul sito dell'associazione. Io vi segnalo questa, che è a Brescia. Uno spettacolo di danza a teatro.

Come visibile anche dal portale di Ant, già in diversi hanno parlato dell'associazione. Io, per esempio, ho visto il servizio durante una puntata di Report. E sapete il motivo per cui mi ha colpito? Perché, pur non essendo esattamente fuori dal mondo, vista la professione che faccio e vista l'esperienza anche familiare in campo oncologico, non ne sapevo nulla. In altre parole: fa molta più notizia il male del bene. E allora iniziamo a invertire la tendenza. Almeno quando è possibile.


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