mercoledì 11 febbraio 2015

Siani, il cattivo di San Remo

Il comico Alessandro Siani 
Alessandro Siani è proprio un bell'uomo. Fa pure ridere. E la Rai, per la sua zingarata di ieri sera, sono certa gli sia estremamente grata. Perché non è San Remo se non c'è musica. Non è San Remo se non ci sono pettegolezzi. Ma specialmente: non è San Remo se non c'è un cattivo con cui arrabbiarsi. Più che di canzoni, è il festival delle polemiche.
Giusto così, fanno sempre bene le azzuffate. E in Italia non ce le risparmiamo mai.
Quest'anno il cattivo è Alessandro Siani. Anche se ha devoluto il suo cachet in beneficenza, anche se ha fatto un discorsone strappalacrime su Pino Daniele. Anche se abbiamo riso tutti quando ha sfottuto i politici. Quella battuta, però, non la doveva fare. "Ma ci stai sulla poltrona? Pensavo fosse una comitiva, invece è uno solo".
Parole rivolte in diretta tv, davanti a milioni di italiani, a...un bambino. Sì, un bambino obeso. Che sicuramente queste gentilezze se le sarà sentite dire più volte dai compagni di scuola, magari anche in modo meno garbato. Che ha un'età sufficiente per rendersi conto di essere effettivamente grasso. Che, tutto sommato, magari oggi si sentirà un po' speciale, dopo aver fatto la foto col vip e dopo essere finito sulle pagine di tutti i giornali.
Peccato che nessuno abbia avuto effettivamente a cuore il bene del bambino. Sennò si sarebbe parlato privatamente con Siani, penalizzandolo in un qualche modo, ma senza dare scalpore. O, e non ci voglio pensare ma non è da escludere, i genitori non lo avrebbero portato per costruire la battuta ad hoc.
Il bimbo, invece, è stato ripreso in tv, molti siti web nemmeno ne coprono il volto, tanto più che dalla pagina twitter di Siani è possibile farne uno screen shot. Carta di Treviso, tutela del minore. Adieu. Per molto tempo tutti ricondurranno la sua faccia a questo evento tragicomico. Magari senza conseguenze, magari con. Certo è che la cascata di critiche che si è abbattuta sullo show man partenopeo ha più il sapore del business che della pedagogia.


Poi il caro Siani poteva evitare le gaffes. Ma quelle successive. Come la foto insieme al bambino, come le scuse sui social, tanto più inconsistenti quanto più tentavano di essere credibili.
Sarebbe bastato un: "Scusate, ho sbagliato".

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