venerdì 6 febbraio 2015

Super staminali: cellule della speranza e della discordia

Cellule tutto fare, in grado di riparare tessuti e organi malati, di curare malattie senza speranza e addirittura di restituire la giovinezza. Sono le staminali, almeno come alcuni le immaginano. Poi c'è l'altro fronte, quello del: no, fermi, queste sono cose da stregoni. Abbiamo visto che fine hanno fatto i guru della medicina fantascientifica

Senatrice Elena Cattaneo
Mercoledì 4 febbraio la commissione Sanità del Senato ha emesso una condanna senza appello permetodo Stamina. Nelle 120 pagine della relazione conclusiva sull'inchiesta, i senatori Elena Cattaneo e Luigi D'Ambrosio Lettieri hanno ribadito l'urgenza di interventi legislativi che impediscano il replicarsi di casi come Stamina. L'idea sarebbe un decreto ministeriale sulle cure compassionevoli che assegni la responsabilità del controllo all'Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Un documento del genere è già stato firmato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ma non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Nello specifico, il decreto Lorenzin fisserebbe regole più precise in caso di terapie avanzate e l'obbligo che i medicinali in esse utilizzati siano conformi alle norme europee di fabbricazione dei farmaci. Altri paletti sarebbero l'autorizzazione dell'Aifa per produrre e somministrare tali medicinali e la limitazione del loro utilizzo a ospedali pubblici, cliniche universitarie e istituti di ricovero e cura.
Si propone inoltre di normalizzare le sentenze in cui arrivano pazienti o familiari disperati, che rivendicano il diritto di potersi curare come vogliono, anche, magari, con terapie nocive. In questo caso la soluzione sarebbe che nei giudizi d'urgenza in cui si richiedono trattamenti terapeutici non autorizzati si ponessero come controparti necessarie il ministro della Salute e l'Aifa. Ultimo, ma non meno importante, abolire quella parte del decreto Balduzzi (convertito poi nella legge 57/2013), che fa rientrare le terapie di Vannoni tra le cure compassionevoli. 

Nel frattempo Mastro Stamina ha chiesto il patteggiamento (un rito speciale che gli consentirebbe, saltando la fase dibattimentale e quindi dando praticamente per scontata la sua colpevolezza) per ridurre a 22 mesi la pena. Le accuse, tra le altre contestazioni, sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica. (Memorandum: Vannoni era uno psicologo). Il 18 marzo la decisione del gup.


Ma Stamina non
significa staminali,
deve essere chiaro.








Staminali sì o no, quindi?
Dipende.
Di fatto, le staminali sono cellule indifferenziate, capaci di moltiplicarsi e dare origine a cellule mature: neuroni, fibre muscolari, globuli bianchi o rossi, cellule del fegato, dell'intestino, persino della retina. 

La scienza ha tante certezze 
quanti dubbi ancora da svelare.


Innanzitutto è bene dividere questo tipo di cellule in due tipi: quelle embrionali, che si prelevano da un embrione di 4 o 5 giorni dopo la fecondazione e che possono trasformarsi in qualsiasi elemento del nostro corpo; e quelle adulte, presenti in diversi organi e tessuti già formati, ma decisamente meno versatili.
Partiamo da queste ultime. La loro funzione è sostituire le cellule che muoiono nel tessuto di cui fanno parte. Certo, gli scienziati hanno anche provato a influenzarne lo sviluppo in laboratorio, modificando le loro condizioni di coltivazione. I risultati di tali esperimenti, tuttavia, sono ancora piuttosto controversi. Per ora, dunque, il mestiere che le staminali adulte sanno fare meglio è trasformarsi in ciò per cui sono programmate.

Vale a dire?
- Il trapianto di midollo, per esempio, che è a tutti gli effetti un trapianto di staminali del sangue (dette cellule ematopoietiche). E' usato già dagli anni Settanta nella cura di tumori e di altre malattie ematologiche. Da circa 25 anni, tra l'altro, si possono ottenere gli stessi risultati anche con le cellule ottenute dal cordone ombelicale, che hanno il vantaggio di avere una reazione di rigetto al trapianto decisamente meno probabile.

cellule staminali ematopoietiche

- Ben consolidato, anche se possibile solo in ospedali all'avanguardia, è l'impianto di lembi di pelle ottenuti in laboratorio a partire da staminali dell'epidermide. Questo tipo di operazione viene in genere fatta per i grandi ustionati.
- Infine, lo scorso 15 ottobre l'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato il via libera al trapianto di staminali della cornea, per curare lesioni o forme di cecità in cui questo tessuto è danneggiato e non può rigenerarsi da solo.


Stop.
Attualmente non esistono
altre terapie abbastanza efficaci,
testate e sicure da potersi applicare
sui pazienti in maniera tranquilla.


Certo, c'è la sperimentazione, che non smette mai di aprire nuove porte, ma, di queste porte, bisogna trovare la chiave, non forzare la serratura. Quali le speranze per il futuro?
- Nel mirino dei ricercatori ci sono le malattie degenerative del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson o la corea di Huntington, l'ictus, la sclerosi multipla, la Sla, l'infarto, il diabete, le lesioni al midollo spinale, le malattie della retina e altro ancora. Bisognerà aspettare ancora molti anni perché queste terapie siano disponibili.
- Più vicine paiono le staminali mesenchimali, presenti nelle articolazioni del midollo osseo per riparare la cartilagine consumata in chi soffre di osteoartrite. E' al vaglio la sperimentazione di queste cellule anche per migliorare l'attecchimento dei trapianti, ma la loro efficacia in questo ambito dipende dal microambiente in cui si trova l'organo trapiantato. Ciò significa che potrebbero essere utili ad alcuni e inefficaci per altri.
- C'è poi uno studio, pubblicato proprio in questi giorni su Science Translational Medicine, sulle cosiddette staminali della memoria. Alcuni ricercatori del Tiget (Istituto San Raffaele Telethon per la ricerca genica) ha scoperto che un particolare gruppo di cellule del sangue (definite linfociti T), modificate con la terapia genica, sono in grado di mantenere nel tempo la loro capacità di riprodursi e di difendere così l'organismo da attacchi esterni. Questa memoria è di importanza fondamentale per le cure dei tumori, che hanno bisogno di rafforzare il sistema immunitario. Secondo i primi risultati, un simile gruppo di cellule potrebbe restare in allerta nel tempo ed entrare in azione anche in caso di recidive. Per questo vengono dette staminali della memoria.

Il pericolo più grande, secondo le dichiarazioni di esperti di Gianvito Martino, direttore della Divisione di neuroscienze dell'Ospedale San Raffaele di Milano sia di Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di oncoematologia dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è che le staminali hanno un tasso di sviluppo e correlazione con altri fattori altissimo. In altre parole: non le si può ancora controllare alla perfezione.



Ultimo capitolo, che richiede uno spazio a parte, è la ricerca in embrione. Ad oggi esiste un solo studio sull'uomo già pubblicato. E' uscito a ottobre sulla rivista Lancet e ha coinvolto 18 pazienti con degenerazione maculare senile e sindrome di Stargardt, malattie, entrambe, che portano alla cecità. A due anni dalla terapia, non si sono visti effetti collaterali gravi e quasi tutti i pazienti vedono meglio o almeno non sono peggiorati.

Altri gruppi stanno sperimentando le staminali embrionali per il diabete di tipo 1 e per lo scompenso cardiaco, ma tutti devono fare i conti con due nodi cruciali. Il primo, di tipo tecnico, è che queste cellule, ancor più di quelle adulte, non hanno uno sviluppo pienamente controllabile e tendono perciò a esporre al rischio di tumori. Il secondo nodo da sciogliere è più che altro etico: per ottenere le staminali embrionali bisogna distruggere un embrione umano, e questo non è accettabile per chi ritiene che la vita vada tutelata dal concepimento. In Europa, per esempio, la legislazione non è per nulla chiara e risulta estremamente eterogenea. Per quanto riguarda l'Italia, comunque, non si possono ottenere staminali dagli embrioni, ma è possibile importarle dall'estero
(Della serie: occhio non vede, cuore non duole).


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