mercoledì 5 marzo 2014

Grande fratello, piccolo cervello

Non sono sul pezzo e mi dovete perdonare. Ma, dato che l'argomento non è all'apice delle priorità per la salvezza del pianeta, credo potremo dormire tutti sonni tranquilli, anche se arrivo in ritardo di qualche giorno.



Allora, facciamo un rewind: lunedì sera mi sono proprio messa d'impegno a guardare il Grande Fratello. E l'ho fatto perché non sopporto lo snobismo intellettualoide, quelli che criticano la tv generalista senza nemmeno dare un'occhiata ai programmi trasmessi. O, non di rado, guardando con avidità quei programmi, senza però avere il coraggio di ammetterlo. E su dai, che non siete per forza zoticoni se guardate "C'è posta per te" o "Un posto al sole". Un po' di leggerezza, figlioli!
Insomma, presa dalla voglia di spegnere il cervello, ho acceso la tv su canale 5. A dire il vero non ho avuto nessuna rivelazione particolare. Più che grande fratello dovrebbero chiamarlo grande gemello, ormai. Tutti gli anni la stessa storia. C'è la bellissima, c'è lo sciupafemmine, lo sfigato, la romanaccia, il padre di famiglia…Da un po' di tempo anche il transgender e il soggetto problematico, che si spera susciti la compassione-barra-ammirazione degli spettatori.
Non è difficile intuire il perché: come ai bambini piace sentirsi raccontare sempre la stessa storia, anche se la conoscono a memoria, o vedere più volte il medesimo cartone animato, pure se ormai anticipano le battute - e, oserei dire, forse proprio per questo - così il grande pubblico ama l'intreccio consolidato. Una sorta di rituale rassicurante.
Perché come credete che li selezionino i concorrenti?
In tanti gridano alla montatura, alla finzione, alla recitazione. Ma scusate: secondo voi se uno sa recitare fa un provino per il GF? Cioè, deve essere proprio alla frutta. No, non ci sono copioni imparati, ma semmai schemi funzionali. I partecipanti vengono selezionati in base al loro potenziale, che, in sintesi, significa quanto caos e quanto clamore potranno generare nella casa. Dunque i produttori non pensano alla trama narrativa, alle vicende specifiche che avverranno, si forniscono piuttosto della stoffa giusta. Un tessuto che deve generare più nodi possibili. Come gli archetipi delle favole: l'eroe, il cattivo, la principessa, l'aiutante. Capito?
Beh, un passo l'abbiamo fatto. Veniamo però al caso umano di questo GF. In realtà di casi umani ce ne sono tanti quanti i concorrenti, ma uno li supera tutti. Sì, sto parlando di Mia la Gnappettaaa, che solo da questo fa salire un brivido di vergogna dalle viscere, alla schiena, alla punta dei capelli, ai peli sulle braccia, che noi donne magari non ci stiamo depilando vista la stagione…
Se tutti gli altri concorrenti sono lì per mostrare il loro savoir vivre, non poteva mancare qualcuno che esemplificasse il savoir mourir, no? E infatti la nostra Gnappettaaaa incarna benissimo lo spirito autodistruttivo del XXI secolo, lo Thanatos dei tempi moderni.
Non vi sto a raccontare nei dettagli che genio sia questo personaggio, c'è chi l'ha già fatto egregiamente.
Leggete questo articolo per farvi un'idea.
A questo punto non resta che una domanda: grande fratello o piccolo cervello?

1 commento:

  1. ma neanche il minimo di cervello +Chiara Daffini

    credo che pure nel parlare lo facciamo grande sto programma. io non penso che io sia una zoticona..dopo averlo visto alcune volte per capire che sistema usano e se sia davvero di aiuto ..affermo sempre che è solo una perdita di tempo vederlo. noto però che molto italiani non perdono tempo a guardare il GF, ma anche programmi come c'è posta per te..e altri tipi di programmi del genere. credo che noi ci stiamo solo facendo manipolare da mass media fatta di una realtà così finta e di pochi valori con bassa dose di intelligenza. io continuerò a cambiare il canale e magari anche spegnere la tv leggendomi un buon libro che è molto meglio. un abbraccio Chiara (cristina)

    RispondiElimina