domenica 23 marzo 2014

Perché quando sento gelato mi spunta il sorriso

E' ufficialmente primavera e domani, 24 marzo, sarà pure la giornata europea del gelato. E allora lasciatemi sbizzarrire su di un tema che mi vede espertissima. Perché io il gelato lo mangio tutto l'anno. Anche con la neve. Anche a Natale. Anche rischiando di perdere il treno in stazione per pigliarmi il mio cono da Venchi.
Insomma, per ognuno c'è qualcosa o qualcuno a cui non riesce mai a dire di no. Io il qualcuno non l'ho ancora trovato (forse) ma il qualcosa sì. Il gelato, appunto.



Cono o coppetta? Visto che andiamo sul personale, direi decisamente cono. Purché non mi si rifili quella schifezza stampata. Nossignore. Il cono deve essere rigorosamente in cialda, anche se alcuni intenditori con la puzza sotto il naso ammantano la necessità del cono stampato per esaltare il sapore del gelato. Ma raccontatela a qualcun'altro. La verità è che costa meno.





Diffidate sempre dei primi due (cono stampato e wafer), scegliete i secondi (cialda e crunchy).

No, il gelato deve essere una parentesi di godimento dall'inizio alla fine. Non esiste che finisci la parte cremosa e poi devi mandare giù un solido di cartone. O raschiare lo scodellino con la paletta plasticosa. O, peggio di tutto, trovarti in bocca un legnetto che ricorda tanto quello che ti infilava tra le fauci il pediatra.
Ovviamente sono opinioni.
Ma veniamo al secondo quesito esistenziale. Gusti crema o frutta? In genere io scelgo le creme. E sono anche piuttosto attenta agli abbinamenti. Per esempio, sapete che se scegliete il pistacchio insieme alla nocciola o la crema con il fiordilatte o bacio e cioccolato vi perdete metà del piacere? Perché non riuscite  a distinguere i sapori. Troppo simili. Il segreto è variare aroma, colore e possibilmente anche consistenza. Per esempio un gusto chiaro e uno scuro, uno intenso e uno delicato, uno variegato e uno liscio. Ok, queste sono chicche da intenditori, tanto quanto spingere il gelato nel cono, per averne anche nella parte finale. Rasentano un po' l'ossessività ludica.
Anche i gusti alla frutta, tuttavia, hanno un loro perché, a patto che li si abbini almeno a una crema o allo yogurt. E che, possibilmente, abbiano pure loro, poverini, una base di latte o un substrato cremoso.
E se tra le creme vincono mascarpone, bacio, pistacchio e nutellone, come frutta direi invece: fragola, fico, banana, pera. E poi yogurt e yogurt alla fragola, che non sono niente male. Il gelato al limone, invece, per conto mio potrebbe sparire dalla faccia della terra. E sinceramente mi fanno proprio ridere quelli che entrano in una gelateria e si pigliano il cono (magari stampato, ahahahah!) con una (una???) pallina al limone. Ma scusate, a questo punto non prendetevelo, evitate il supplizio di entrare nel girone dei golosi se non volete peccare. Che poi il vero peccato è appunto non cedere alla tentazione, secondo me.



Rimanendo in tema di gelato artigianale, ecco la mia classifica delle migliori gelaterie. Mi limito alle zone di Brescia, Milano e Varese, perché sono quelle che conosco meglio.
1. Imperiale (Brescia)
Da provare: gusti mascarpone e bacio, fragolina di bosco, pistacchio e pera, ma anche fico, d'estate.
2. Bedussi (Brescia)
Mitici lo yogurt alla fragola e il croccante. Io lì prendo sempre il cono per celiaci, perché ha la cialda più buona.
3. Cioccolatitaliani (Milano e Varese)
Ti riempiono il cono - rigorosamente in cialda - di cioccolato, da scegliere nelle varianti bianco (il mio preferito), al latte e fondente. I gusti migliori sono bianco avorio nocciolato e rosa al cioccolato bianco. Anche pistacchio, comunque, si difende bene.
4. Dolci Brividi (Varese)
Gelato bello grande, che costa poco e nel cono in cialda come piace a me. Il top è  nutellone.
5. Annyrose (Varese)
Tanta varietà, fanno anche i semifreddi, le crepes e il frozen yogurt o lo yogurt variegato.
6. Pecora Nera (Brescia)
Il motivo principale per cui ci vado è il gusto "crema al biscotto bresciano". Hanno anche creme fredde, come mou, ma sconsiglio vivamente di prenderne due in una volta: non riuscireste a finire il gelato perché sono dolcissime. Meglio abbinarle a gusti più freschi.
7. La casa del gelato - Rondinelle (Roncadelle, Brescia)
Se vi capita di passare in questo centro commerciale nella periferia di Brescia, fate un salto alla Casa del gelato. Ci sono tanti gusti e sono pure generosi. Il top è il gusto Kinder Paradiso, che personalmente non ho trovato in nessun'altra gelateria.
8. Venchi (stazione centrale Milano)
Allora, a suo vantaggio ha il fatto di usare ingredienti biologici e senza aggiunta di conservanti, però bisogna dirlo: è piuttosto caro. Un cono medio 3,50€. E la bontà varia a seconda delle volte. Questione di fortuna?
9. Grom (Milano)
Lo decantano in molti, a me non ha mai detto nulla di particolare. Certo, sicuramente ha un gelato migliore di altri e utilizza ingredienti genuini, ma anche in questo caso i prezzi sono elevati e il gelato piccolo, a meno che uno non voglia svuotarsi il portafoglio. Inoltre è una catena, quindi si tratta di gelato falsamente artigianale.
10. L'oasi del gelato (Milano)
Posto carino, da provare il gusto cassata siciliana.
11. La Romana (Brescia e Varese)
Forse eccessivamente molle, però senza dubbio ricercato nei gusti, specialmente croccante all'amarena, croccante della nonna, bacio di dama e panna cotta e pinoli.
12. Riva Reno (Milano e Brescia)
Devo dire che l'ultima volta che ci sono andata mi ha parecchio delusa, ma in altre occasioni non ho avuto da ridire. Qui consiglio contessa, leonardo e matilde, ma anche New York New York e Sweet Alabama.
Prossimamente vorrei provare anche i punti Lindt. In ogni caso, consiglio spassionato: nelle gelaterie-cioccolaterie (Venchi, Cioccolatitaliani, Lindt) evitate come la peste i gusti frutta. Lì sono esperti di cioccolato. Prendete quello.
E, ultima raccomandazione, in tanti dicono che i migliori gelati siano quelli dall'aspetto più bruttino, perché privi di conservanti. Secondo la mia esperienza, può essere vero ma anche no. Da Grom, Cioccolatitliani, Rivareno, La Romana, per esempio, tengono il gelato nei contenitori coperti, per non fargli prendere aria. E ci può stare. D'altra parte, ho gustato tantissimi ottimi gelati che erano una meraviglia anche per gli occhi. Diffiderei invece di quei composti che danno già l'idea di essere un ammasso di ghiaccio dalla vetrina. Non sono più genuini, solo più stantii.

Ecco, e adesso passiamo al terzo punto fondamentale. I gelati confezionati. La leggenda vuole che siano una schifezza, per via del processo di lavorazione industriale. Ma ovviamente è solo una leggenda. Spesso si dimentica  infatti che anche molte gelaterie artigianali, purtroppo, oggi usano preparati industriali, in genere buste, o montano il gelato con le macchine per fargli inglobare più aria e aumentarne quindi il volume.
Insomma, occorre togliersi il paraocchi.
Tra l'altro, non saranno goduriosi come quelli artigianali, ma i gelati confezionati hanno dalla loro la sicurezza dell'igiene e della sterilizzazione. Cosa che è molto più difficile testare se il gelato viene fatto a livello artigianale. Certo, tanto dipende dalla modalità di conservazione. Basta una partita tenuta troppo nel vagone aperto di un camion d'estate, o il freezer del bar non chiuso bene da un bambino, o il guasto nel banco di un supermercato, per deteriorare un prodotto. Se però il gelato artigianale lo si può trovare fresco in ogni stagione, con quello confezionato si rischia un po' di più, perché è difficile che i bar si riforniscano d'inverno. Ecco allora campeggiare tristi tristi nei freezer i rimasugli dell'estate. Non fate mai l'errore di acquistare un gelato confezionato in un bar tra ottobre e aprile. Al di là della scadenza che può essere riportata sulla confezione, non pensateci nemmeno. La cialda sarà molliccia, la crema ghiacciata. Cose brutte, insomma. Se proprio siete fan del gelato packaged, comprate le confezioni al supermercato, ma anche lì, optate per le marche più conosciute e vendute: non per nulla. Semplicemente, con quelle avrete maggiori garanzie che ci sia un riciclo anche d'inverno.
E quindi veniamo alla mia seconda classifica, appunto quella dei gelati industriali.

1. Cornetto Algida classico

2. Magnum Sandwich Algida


3. Magnum bianco Algida



4. Sansonì Sanson



5. Winner Taco Algida



Diciamo che questi sono i cinque intramontabili, poi potrei andare molto oltre, ma mi pare inutile, visto che alcuni sono in edizione limitata.

E adesso immagino proprio di avervi fatto venire voglia di scofanarvi un'intera gelateria. Beh, consolatevi: come diceva una persona di mia conoscenza, il gelato non può essere calorico, è freddo!


1 commento:

  1. Ti consiglio di provare la Gelateria stracciatella a Brescia o Desenzano..

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