domenica 8 marzo 2015

Lo sai quante volte non pensavo a tuo nonno?

L'otto marzo. Anche quest'anno è arrivato, a unire e a dividere. Uomini e donne, Donne che fanno gli auguri alle altre donne. Donne che non vogliono festeggiare. Donne che escono con le amiche a fare baldoria. Donne che inneggiano al femminismo tradito. Donne che non gliene frega proprio niente. 

Un po' come per San Valentino, ormai gli anticonformisti sono tanti quanti i conformisti: essere contro è di moda. Non c'è più niente di nuovo da dire e da raccontare: anche i media, per par condicio, dedicano eguale spazio alle classifiche sulla libertà femminile nel mondo e alle ricette di torte mimosa.

Se non fosse l'otto marzo non mi perdonerei questa valanga di ripetizioni: donna, donna, donna.
L'unica replica che mi viene in mente è un sincero richiamo alla realtà, che, tanto per cambiare, non è né bianca né nera, né azzurra né rosa. E' fatta di donne forti e fragili, buone e cattive, e di tutte le sfumature intermedie che intervallano i poli. Donne come Raffaella.

Raffaella ha ottant'anni. Si è sposata quando ne aveva diciotto e a ventitré aveva già partorito la terza figlia. Ovviamente non manca di farlo presente ai nipoti, che, alla soglia dei quaranta, non hanno ancora chiaro che cosa faranno da grandi e ribattono ilari: chi te l'ha fatto fare?
Già, chi gliel'ha fatto fare, pensa, di entrare in una famiglia dove non si è mai sentita accettata, con la cognata e la suocera sempre pronte a criticarla. 
Se avessi avuto un po' più di soldi, avrei divorziato, ammette senza incertezze. Eppure il suo comportamento verso il marito non è riconducibile ad altro se non all'amore. Lo si vede mentre si mette alle nove del mattino a preparargli il brodo per la minestra del pranzo. O quando, non vedendolo per dieci minuti, inizia il giro di telefonate a figli e nipoti per chiedere se abbiano visto quel testone di Gianni.
Del passato non ha per niente nostalgia: Vuoi scherzare? Quando ero giovane soffrivo la fame e il freddo. Adesso ho tutto. Certe volte penso a mia madre e le parlo. Le dico che ha da esser contenta, che siamo tutti sistemati noi fratelli. Che abbiamo la luce, il gas, il riscaldamento, le pance piene. E quando mi faccio la doccia calda mi sento una regina.
Raffaella alle otto di sera è a letto, guarda Un posto al sole e, se riesce ad arrivare a fine puntata poi dorme fino alle cinque del mattino. Ma se si sveglia durante la notte, inizia a dire le preghiere per tutto il parentado e per amici e conoscenti. Sua figlia la sgrida: non servono a niente le preghiere dette così, dovrebbe dirle solo se lo sente davvero. La nuora, per esempio, potrebbe anche tralasciarla. 
Eh, si potesse sempre fare quel che ci si sente! Mica è così facile.
E allora mi viene in mente il verso di una canzone di Povia:

Se tutti quanti lo sanno, ma hanno paura che l'amore è un inganno
Oh, ce l'ha fatta mia nonna per cinquant'anni con mio nonno in campagna
...
Oh me l'ha detto mia nonna
Lo sai quante volte non pensavo a tuo nonno?
(Vorrei avere il becco, 2006)


E nel frattempo va a trovare il fratello, che è in casa di riposo. E lo sgrida perché mangia i dolci anche
se ha il diabete. Ma lei fa lo stesso. Anzi, all'ospizio ci va per senso del dovere, ma a un certo punto si stanca. Per questo ha fatto un accordo con i nipoti più piccoli: chiamare la mamma (sua figlia, che l'accompagna) dopo al massimo mezz'ora che sono lì e chiederle di tornare a casa.
Bisogna andare dai bambini, Amelia, dice soddisfatta alla figlia. E si prepara a infornare una torta di mele per i nipoti intervenuti a soccorrerla.
Non ha studiato, Raffaella. E' andata a scuola fino alla quinta elementare. Ma era brava - ci tiene a specificare - e la maestra la premiava sempre regalandole gessetti colorati.
E' brava davvero. Sa fare i conti meglio di tutti. E ha una grafia stupenda.
Ma se volete strapparle un sorriso, ditele che ha una pelle meravigliosa. Che una cinquantenne se la sogna quella pelle. L'hanno capito il cassiere del supermercato, le parrucchiere da cui va a tingersi i capelli di biondo, la badante della signora al piano di sotto.

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