lunedì 19 maggio 2014

Fate l'aperitivo, non fate la guerra!

Poniamo il caso che siate alla ricerca di una strada. Non in senso topografico, ma in termini di futuro. Aggiungiamoci la fortuna di essere persone che non si arrendono. E di avere un’indole votata alla socievolezza. Il tutto condito da una forte curiosità e dal genuino interesse per l’arte e la cultura. Ovviamente per essere simpatici bisogna avere anche qualche difetto, o meglio, qualche vizio. E allora vi piace godervi la vita. Per esempio con un bell’aperitivo, di quelli giusti. Mentre chiacchierate con gli amici fate due parole anche coi baristi, che ormai vi conoscono come clienti fissi. E’ così, dileggiando, che nascono le idee. Se le si sa cogliere.
So che non avete ancora capito dove voglio andare a parare. In realtà non c’è un focus ma un’esperienza, che racchiude tante cose: intuitività, spirito d’avventura, voglia di coinvolgere e, perché no, divertimento.
Non è passato nemmeno un mese da quando Silvia mi ha lanciato il sassolino. Avevo appena finito di sorseggiare il mio Red Spritz (se non sapete cos’è vi conviene vivamente scoprirlo) e gongolavo bella felice, ristorata da quel buon mezzo litro di alcol e fantasia. Stavo per uscire dal locale. «Senti Chiara, mi è venuta un’idea. Ho una proposta da farti. Ti andrebbe di tenere una serata a settimana qui al Red App?».
Detto, fatto. Siamo già alla vigilia del secondo appuntamento di BARattando, un aperitivo che ho ideato sul mio modello di vita. E stiamo freschi, direte voi. Invece l’idea è piaciuta. Ogni mercoledì la gente viene al Red App, un localetto chiccosissimo in centro a Brescia. Tutto rosso. Appena aperto. Dove si beve il pirlo (noi bresciani lo chiamiamo così) più buono della città. Lo fanno solo lì. Al posto dell’Aperol o del Campari o del Martini mettono il Red Kiss, un liquore di pesca e arancia. Ci sono diverse varianti preparate con questo nettare dei terrestri, ma non intendo dilungarmi nella spiegazione delle sue beneficissime proprietà. Per capirle dovete per forza provarlo. E le vostre ugole, insieme all’umore, vi ringrazieranno.
Ma torniamo al BARattando. Come dice il nome, di aperitivo del baratto si tratta. Si parte da una pagina facebook, in cui ogni utente posta le foto degli oggetti che intende scambiare. Due a serata. Chi si presenta il mercoledì con merce di baratto riceve la tesserina che dà diritto agli sconti sugli aperitivi. E si diverte. Innanzitutto perché ci sono io a fare da giullare al microfono, gestendo un’asta che ha il sapore del vintage, unito alla sfida di accaparrarsi il tesoro più succulento. Poi perché si crea un circolo. Di settimana in settimana subentrano l’amicizia e la solidarietà: tutti noi, dipendenti da Red Kiss, ci capiamo. E così si passa una serata in compagnia, con ingredienti che tanto usuali non sono di questi tempi.



In primis lo spirito d’impresa: Silvia e Christian, una coppia che a me fa tanta bonaria invidia, perché sono bellissimi, hanno aperto un locale. In un periodo di crisi. Vicino al Teatro e al Cinema Sociale dove ci sono almeno sei bar, ormai consolidati, nel raggio di pochi metri. In una città molto più incline al lavoro che al divertimento. E poi Giorgio, fratello di Silvia, ha disegnato e creato il brand. Red App. E specialmente un nuovo modo di fare l’aperitivo, che gioca sull’italianità, andando controcorrente rispetto al resto dei locali, che imitano invece la movida milanese, proponendo spritz annacquati con buffet tanto pantagruelici quanto di scarsa qualità. Invece il Red Kiss te lo servono nei calici a coppa, come si deve, insomma. E i manicaretti sono degni di questo nome: niente tramezzini gommosi o pizzette surgelate, ma salumi e formaggi nostrani, accompagnati da crostini pepati, ragù piccantissimo, verdure fresche in pinzimonio e il fantastico polpettone di Marco, che sta dietro il bancone a preparare cocktail ma non manca di far compagnia alla clientela. Appunto sbevazzando pure lui i suoi drink. Per fortuna ci sono Yuli e Francesca che almeno fingono di controllarlo. 5 euro il pacchetto aperitivo del baratto. Giusto per dare l’idea di come la qualità non comporti necessariamente costi elevati, se accompagnata da efficienza e ottimizzazione.




Poi ci sono i principi di fondo. Per esempio, che nulla si spreca e tutto si riutilizza. Io sono la regina delle cianfrusaglie, fatico tremendamente a staccarmi dagli oggetti, specialmente se inutili e dal valore più affettivo che economico. Eppure talvolta è necessario, sennò mi troverei come quei casi di Real Time, persone affette da ossessione dell’accumulo. Anche no.
Ecco dunque l’idea di scambiare, che va a braccetto con l’esigenza del risparmio. Magari trovo qualcosa che mi serve e lo prendo senza spendere soldi, ma anzi, sbarazzandomi di ciò che tanto avrei dovuto buttare. Due piccioni con una fava. Sono o non sono arguta? E poi, vabbè, i soldi che risparmio andranno in aperitivi, libri, vestiti e oggetti vintage. Perché l’economia va stimolata, no?



Non mi sono però accontentata. Circa una sera al mese invito un ospite. Non aspettatevi il tronista di Mary De Filippiche né la velina bella-ma-intelligente. Gli ospiti li scelgo io. E punto a persone interessanti ma poco conosciute. Premio l’impegno in scarsità di mezzi, non perché sia una buona samaritana ma perché odio l’esclusionismo e i loop senza via d’uscita: se tutti continuiamo ad alimentare la fama di chi è già noto non scopriremo mai nessuno e nulla di nuovo. Una perdita per noi e per chi cerca di emergere. Quindi ci saranno giovani scrittori esordienti, artisti atipici, fotografi geniali e cantanti croccanti come le pesche noci ancora un po’ acerbe. E gente che si dà da fare per gli altri: presidenti di associazioni di volontariato, per esempio.

Questa è autopromozione pura e dichiarata. Ma che volete? Il blog è il mio e propongo qualcosa in cui credo veramente. Quindi: fate aperitivi, fate baratti, non fate la guerra!

BARattando è su facebook

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